Sarò come colui che si distende
sotto l’ombra d’un grande albero carco,
ormai sazio di trar balestra od arco;
e in su ’l capo il maturo frutto pende.
Non ei scuote quel ramo, nè protende
la man, nè veglia in su le prede a ’l varco.
Giace; e raccoglie con un gesto parco
i frutti che quel ramo a ’l suol rende.
Di tal soave polpa ei ne ’l profondo
non morde, a ricercar l’intima essenza,
perchè teme l’amaro; anzi la fiuta,
poi sugge, con piacer limpido, senza
avidità, nè triste nè giocondo.
La sua favola breve è già compiuta.